Siamo noi, siamo noi...... Andando a zonzo per i Blog - italici e non - si osserva un gran numero di liberi pensatori porsi mille domande sui perchè senza risposta che attanagliano mezzo mondo. La guerra futuribile con l'Iraq la fa da padrona, giustamente. L'emotività è sempre la prima molla del ragionamento. Dopo l'11 Settembre dovrebbe essere cambiata la percezione non solo del rapporto tra le nazioni del mondo, ma soprattutto anche la percezione del ruolo di noi singoli esseri umani su Terra nei confronti di grandi temi: l'ambiente, la globalizzazione, l'uguaglianza tra popoli, la ricerca genetica, le prospettive del baratro che separa il mondo occidentale dal terzo mondo, e così via. Certo penso che si possa convenire che uno dei problemi più tragici sia quello del cancro osceno che sta devastando la (ex) Terra Santa.
Dopo aver letto con attenzione gli interventi sulla Shoa, dopo aver visto filmati terribili sulle atrocità commesse dagli uomini in quel tempo non lontano, ho colto con improvvisa certezza i segni della grande voglia di deresponsabilizzarsi da parte dei singoli, in tutto il mondo: non basta 'ricordare', io non credo proprio che vogliamo cambiare. Io credo, guardando negli occhi la gente, che vogliamo che cambino sempre gli altri, per primi. Poi se ci va e se saremo comodi, decideremo cosa riterremo utile - nel senso del miglior egoismo - cambiare.
Un segno - tra i tanti - è la rielezione di Sharon alla guida di Israele. Dite che l'uomo è frutto della democrazia? Vero: allora posso dire che queste nostre democrazie sono ormai malamente malate? Trovo del tutto detestabile questo ipocrita urlo 'è ora di cambiare registro !!', e l'assoluta noncuranza nei confronti del nostro futuro. Che senso ha scandalizzarsi se Bush vuol far la guerra, se Bush se ne frega del protocollo di Kyoto, e guardare silenti il popolo d'Israele eleggere - liberamente e democraticamente - un uomo che, a dir poco, non ha certo una visione 'nuova' del futuro di quell'insanguinatissimo lembo di terra. Non meravigliamoci dunque delle azioni dei nostri capi - tutti liberamente eletti, nel nostro amatissimo democratico mondo - se siamo noi, i singoli a mandarli a sedere sui loro scranni, mentre noi ci chiudiamo nelle nostre comode case con il naso schiacciato dietro il vetro, domandandoci in coro '...ma che voglion fare la guerra?'
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