Il rispetto per la povertà. Credo che la povertà sia una condizione che meriti, in sè, un rispetto profondo. A tutti può capitare, per tante ragioni, di diventare poveri, di perdere tutto, di non sapere come sfamare i figlioli, come arrivare a sera. Su tutto si può discutere, ma non sulla "fatica" di questa condizione. Una fatica innegabile. Se posso lascio sempre un soldino a chi me lo chiede, non tanto per spirito di carità (non sono caritatevole) e neppure perché penso possa servire a qualcosa. No, credo che di fronte all'umilazione di domandare denaro in mezzo alla strada, tra le persone che ti guardano, se va bene, con un po' di pietà, io non ho il diritto di dare altre risposte. Posso giudicare sbagliato dare una monetina a chi la chiede, posso anche ascoltare chi mi spiega che è diseducativo o addirittura un business (un affare per poveri, immagino), ma questo non mi esime dal rispondere a una domanda diretta: una monetina, please. Essere privi di tutto, vivere in mezzo alla strada, comporta fatiche che spesso si stemperano davanti a un piatto di minestra. Mangiare serve per vivere, ma aiuta anche a vivere meglio. Ben vengano allora le mense per chi non sa dove e cosa mangiare. Vergogna, tanta, per quelle forze dell'ordine che vanno a cercare i clandestini con i blitz alle mense dei poveri. E' successo a Rimini giovedì scorso, con tanto di cani e di scodazzo di giornalisti, fotografi e televisioni avvertiti per l'occasione.
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