Alì Ismaèel Abbas
Chi se ne fotte in pianto
di Alì, delle sue braccia
non credere al contrario:
pensieri grandi per tutti
e vettovaglie umanitarie
e corridoi di sventura...
Che farai da grande?
Che condanna, forse, diventarlo
per noi icona di una sera
per te i moncherini di una vita.
Io non so e credo non saprò mai dove abitano i torti e le ragioni. E se la sicurezza, la democrazia, la libertà e qualsiasi altra parola che riempie la bocca di chi la pronuncia, valgano gli scempi delle armi. E non lo voglio neppure sapere. Io sono un bambino nell'animo e non vorrei morire e non vorrei restare senza braccia e non vorrei restare senza madre, senza padre, senza fratelli, senza terra, senza giocattoli, senza cibo, senza medicine, senza sogni... Non lo vorrei, per nessun motivo al mondo, per nessuna causa giusta, per nessuna ragione di stato, per nessuna guerra santa...
E, oggi, da adulto non vorrei sentirmi dire che ci sono delle cose - come questa foto - da non pubblicare. Questa foto va pubblicata, guardata, sofferta, vomitata, pianta, trasformata in un incubo, in un moto di vergogna. Questa è la guerra, quella nella foto. Non altro. Tutto il resto è colluttorio per sciacquarci la bocca con la sofferenza degli altri. Tutto il resto, sinceramente, non mi interessa neppure sentirlo. Torti, ragioni, parole, mi ronzano insulse dietro la nuca.
Le notizie dall'Iraq dicono che Alì Ismaèel Abbas, il bambino nella foto, sta morendo. E tanti bimbi senza foto sono morti.
Ho aspettato giorni per riflettere se pubblicare questa foto. La poesia l'ho scritta qualche giorno fa, leggendo le parole di Aglaja. Parole inutili, lo so, ma qui - negli occhi di questo bambino - deve avere il coraggio di specchiarsi la vergogna dell'umanità e, in particolare, la vergogna dell'Occidente. Tutte le persone convinte della bontà o comunque della necessità della guerra, vorrei vederle fissare Alì Ismaèel Abbas negli occhi e sentirgli spiegare, senza abbassare lo sguardo, perché è giusto, o comunque ineluttabile, che lui sia ridotto così.
3:33:43 PM
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