L'ultimo massaggio. E' uno smilzo librettino di 95 pagine, ma contiene battute fulminanti. A proporcelo è Alan Bennett, famosissimo (in patria) autore teatrale inglese. Nel romanzo La cerimonia del massaggio (Adelphi, 2002, euro 6,20) assistiamo al funerale di un massaggiatore. Nella chiesa sono raccolti clienti vip ma anche persone anonime, tutte accomunate dall'aver avuto a che fare con le mani (e non solo) di Clive Dunlop, il defunto. Sì, perché Clive faceva un uso generoso del suo corpo, e tutti i presenti alla celebrazione, oltre a stendersi sul lettino dei massaggi, sono anche entrati nel suo letto. Comprensibile quindi che si scateni il panico quando in chiesa si sparge la voce che Clive è morto di Aids.
Ma al di là della trama, ciò che rende interessante "La cerimonia del massaggio" è la leggerezza (mai superficiale) con cui Bennett tocca temi importanti e a volte drammatici. E così, oltre all'Aids, nel volume si tratta di omosessualità, della pochezza di un certo ambiente altoborghese, di religione... L'ironia con cui Bennett critica la società contemporanea, con i suoi miti e i suoi riti, è lucida e pungente senza diventare volgare né pedante.
E' la stessa ironia, unita alla medesima leggerezza, che troviamo nel precedente libro di Bennett - Nudi e crudi, Adelphi, 2001 - in cui una coppia benestante si trova la casa svaligiata dai ladri. Anche in questo romanzo, il pretesto narrativo introduce temi di primo piano, quali l'importanza - o la nullità - del possedere delle cose, la capacità di ricominciare dopo un evento traumatico ecc.
I libri di Bennett, nonostante l'apparente semplicità della trama e l'indubbia comicità dello stile, suscitano una riflessione non imposta che solo il lettore può decidere se affrontare. O chiudere il libro, viceversa, con una tranquilla risata. (by Manuela Angelini)
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