Appena tornato da un sogno. Sono arrivato adesso da Firenze, dal Social Forum. I primi pensieri li ho mandati ieri, con un sms, a Lorenzo Giuggiolini che li ha ospitati sul suo blog. Grazie Lorenzo!
Non ho voglia di scrivere quanti eravamo (tanti) e neppure di raccontare obiettivamente come è andata. Non voglio essere oggettivo e neppure imparziale. Stasera sono fazioso, di parte. Di una parte che ho ritrovato a Firenze. Una parte di mondo che ha parlato, discusso, giocato, chiesto a gran voce il diritto di esprimere istanze diverse. Una folla che è uscita dal bozzolo degli anni Novanta facendo nascere una farfalla che cerca un mondo migliore per tutti, un mondo di pace, di solidarietà. Banale, forse, come richiesta. Puerile come politica. Inefficace, magari. Ma vera, autentica, adrenalinica. Alternativa. Spiazzante. Lo vedevi nei volti dei colleghi, dei giornalisti, che era tutto spiazzante, fuori dal copione, lontano dagli stereotipi. Il luogo delle voci che non si sentono, delle istanze che non si conoscono, delle contraddizioni. Giornate di studio e di folclore, con le sciarpe del Che, i fazzolettoni degli Scout, le bandiere rosse issate sulle canne da pesca in bambù (giuro, ce n'era una ed era bellissima).
Ho partecipato alla manifestazione di sabato con un amico che di mestiere fa il promotore finanziario, mica il rivoluzionario. Anche questo è un segno di novità. Di schemi nuovi. C'era l'aria frizzante della felicità, di una felicità diversa da quella del mulino bianco. C'è una nuova idea di democrazia, partecipata. Nel senso che la gente partecipa. Una nuova idea di Europa, la prima idea di Europa politica e non solo economica. Un'idea reale, che si sente palpabile nella libertà con la quale tutti parlano la propria lingua e tutti, incredibilmente, si capiscono.
Ma tu chi sei? Mi ha chiesto una ragazza dagli occhi verdi mentre prendevo appunti sul mio taccuino. Sono un poeta, ho risposto. Non è vero, ma è quello che vorrei essere. A Firenze tutti eravamo lì per dire quello che avremmo voluto essere. Quello che vorremmo essere domani. Sarò un illuso e un romantico - lo sono sempre stato - ma forse un'altra Europa è davvero possibile.
P.s.: Oltre ad appoggiare l'unanime richiesta di fermare le guerre nel mondo, ho aderito al movimento contro la privatizzazione delle ferrovie in Europa. Mio nonno capostazione socialista avrebbe apprezzato, lo so.
10:17:59 PM
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