Il Gran Toboga del lungo fraseggiar mediatico.... ....tra le tante cose che mi chiedo quando guardo la TV, o ascolto la Radio, c'è questa: dove hanno imparato i giornalisti a 'salmodiare' il testo dei loro servizi in video o in voce?....E' veramente sgradevole ascoltare il loro assurdo 'cantilenare', costretti a seguire una linea sinusoidale di toni bassi e alti, spessissimo senza rispettare neppure la punteggiatura, inserendo pause o sottolineando frasi o parole in modo artefatto, arrampicandosi su per le vette ansiogene del periodo 'in salita' per poi precipitare nella 'pancia' di una improbabile chiusura della frase. Il testo ne viene sminuito, il fastidio all'orecchio è continuo: già la voce - talvolta - è nasale o gracchiante, e la recita teatrale ne accentua l'inconsistenza. E' un gran peccato, perchè l'arte di porgere la notizia si è perduta dietro lo scimmiottamento del giornalista-attore. Lo strillone di un tempo, certo doveva 'urlare' la notizia, magari aggiungendoci del suo, ma si trattava in genere di una frase corta, mai di un intero 'pezzo'.
Mi piacerebbe dunque che il giornalista usasse la sua voce in modo normale, professionale certo, ma senza l'odiosa nenia che costringe l'orecchio a seguire il senso della lunghissima frase: ed invece immagino che esistano addirittura scuole di giornalismo, in cui viene insegnato al giovane apprendista questo modo pseudo-teatrale di affrontare la narrazione. Perchè non abbandonare questo modo finto di rivolgersi a noi comuni mortali? I grandi Reporter parlano e raccontano come uomini normali, e non come macchinette tediose.....
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