Un ragazzetto armato. Il festival di Cannes ci ha riproposto le immagini delle giornate del G8 di Genova del luglio scorso. L'occasione ha solleticato le televisioni e, ieri sera, l'ennesima intervista esclusiva: Mario Placanica, il carabiniere ragazzino che ha sparato i colpi che hanno ucciso Carlo Giuliani.
A Mario Placanica la pietà per i vinti dalla vita, per le persone segnate da cose più grandi di loro, non la toglie nessuno, ma penso che l'Arma dovrebbe interrogarsi su che grado di preparazione, competenza e cultura sa fornire ai suoi uomini. Ieri in tv abbiamo visto un ragazzetto spaventato, incapace di gestire una situazione problematica, preoccupato solo di spiegare che tutto quel che è successo non è colpa sua. Intossicato dai lacrimogeni, con la pistola che è spuntata da sola e quest'idea, così, di aver voluto sparare in aria... Dall'altra parte c'è un altro ragazzo che ci ha lasciato la pelle. E il clima di queli giorni? Io ci sono stato a Genova e ho visto cose che non avrei mai immaginato, poliziotti caricare e picchiare, spesso infierire, senza motivo, su persone inermi, a volte anziane. Sono stati giorni dei quali un poliziotto, qualunque poliziotto, dovrebbe provare vergogna. Ogni tentativo di giustificare l'ingiustificabile, non fa che accrescere una coda di paglia - quella delle forze dell'ordine - che ormai è diventata lunga come un serpente. E non si tirino fuori i Black bloc... Erano gli unici che potevano agire indisturbati sotto l'occhio distratto delle polizie.
9:58:48 AM
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