...Prendo spunto dalla ormai nota vicenda della possibile grazia per Adriano Sofri, caldeggiata da Berlusconi.....Si è aperto il solito siparietto delle opinioni, più o meno dotte, più o meno sensate....tutte scontate. Era infatti scontato che parte della destra sarebbe insorta, come ugualmente scontata è la ridicola presa di posizione del prode Vattimo sull'Unità [segnalatami dal bravo Cesare LaManna]. Una volta la sinistra era una fucina di intelligenza, un arcobaleno di idee nuove e serbatoio dei sogni dei giovani (ero giovane?....sono giovane, per dirla con il mio amico Michele!).....una volta era capace di essere sì irridente, ma mai sciocca......una volta......l'invettiva e la tesi del giornalista dell'Unità lascia sbigottiti e rattristati: meglio sarebbe per Sofri non accettar giammai la grazia, se proposta dall'orrido Berlusconi.....meglio girar le spalle alla libertà, e auto stringersi ancor più le catene della prigionia, in nome della suprema etica della sinistra di oggi: quelli sono di destra, quindi non sono degni di essere considerati, mai!.....L'altro inutile albero spezzato - denominato Fassino - avrà un bel da stralunare gli occhi, il bel Rutelli farà salamelecchi e richiami all'unità della sinistra,....ma la verità è che ormai l'anima della sinistra italiana è rovinosamente malata, quasi morente.....occorre gente semplice, più 'fiorentina' forse, e certo meno avvinghiata alla stupida idea della guerra a tutti i costi. La società civile dovrebbe essere fatta anche di intelligenza, caro Vattimo, e non solo di retorica perduta. Se Sofri venisse graziato - del che sarei lietissimo - è meglio che non conti mai su queste spente sirene piagnone della sinistra, che una volta faceva della libertà delle idee la propria bandiera......Forse Vattimo avrebbe plaudito se la grazia l'avesse invocata il gran D'Alema con una lettera al Signor Colombo, elegante "Direttore" di un rosso molto, molto sbiadito giornale.....ma ormai va di moda solo dire tutto il peggio possibile dell'avversario ('a prescindere' direbbe Totò), e il saper pensare, mai!.......che peccato, che sciatteria!
"La custodia del creato è un impegno di cui tutti devono sentirsi investiti... È necessaria, in proposito, un'autentica svolta culturale: dallo sfruttamento indiscriminato delle risorse occorre "convertirsi" all'amministrazione responsabile dei beni che il creato ci offre" [Dalla preghiera dell'Angelus del 10 Novembre]
Il Papa saggiamente lo ricorda.......e tutti dicono - ovviamente: "...oh, sì, Sua Santità dice una cosa sacrosanta.....noi, per esempio, già lo facciamo"...e giù con una sfilza di improbabili filippiche.....Già, tutti dicono di fare qualcosa per 'cambiare'.....ma la dolce e segreta Madre Natura pare non essersene accorta:.....non sarà che stiamo tutti onestamente .....'barando' ?
..sabato scorso ho fatto un salto alla Fiera 'Gusti del Lazio', nella allegra speranza di assaggiare un pò di buone cose e di curiosare tra gli stand. La mostra è organizzata negli spazi dell'ex Mattatoio: la struttura del posto - forse per la sua stessa storia di 'mattanza' - era lugubre e un pò pesante. Al di là delle solite bandierine gialle della Coldiretti (sparse ovunque), non uno sforzo è stato fatto per rendere allegra e conviviale la mostra: in fondo di 'cibus' si parla....ed una tavola triste è certo un brutto sintomo. Comunque ci siam dati da fare per girare tutti gli stands (pochi, peraltro): oltre che uguali nel perfetto arredamento anonimo post atomico-industriale, abbiamo scoperto che nel Lazio .....i prodotti sono 4 e che i loro sapori sono tutti uguali !!
Premesso che non sono un 'gastronomo', ma solo uno a cui piace mangiar bene, la delusione nel visitare questi 'loculi' è stata progressiva e montante; i prodotti erano praticamente sempre gli stessi, come se il Lazio solo quello proponesse: pecorino (5 o 6 espositori), rigorosamente dello stesso identico sapore 'stupido' e se possibile per di più presentato in belle confezioni plastificate sottovuoto, insaccati (2 espositori), con la solita fila per farsi fare qualche paninozzo, vini (4-5 espositori) assolutamente 'banali', olio (7-8 espositori) con un biologico molto buono ed il resto desolatamente piatto e uniforme, ed una pletora di vari mieli , saponi e legumi.........agli assaggi, la sensazione è che il produttore sia un vero 'maleducato', nel senso gastronomico s'intende: tutti sapori uguali ed anonimi, senza la minima cura per ottenere garbo o sapore. A mio avviso 'rustico' non deve voler dire per forza ruvido o grossolano: eppure i sapori erano non curati, ma bruti, come se il produttore tirasse fuori il suo vino o il suo formaggio solo per dire 'l'ho fatto io con le mie mani' (potete immaginare la faccia di un viticoltore che esigeva un parere dal piccolo capannello di persone ("com'è, eh?...su, com'è, lo dica!...'sto vino nun lo trova in giro, me creda...eh, com'è?") quando gli ho dovuto dire che il suo vino era proprio 'orrendo')......Insomma, non riesco a pensare che solo pecorino 'di serie', vini 'sciatti' o olii della Sabina 'piatti', vengano prodotti nel Lazio: questi non sono i 'Gusti del Lazio', ma l'appiattimento post-turistico del gusto del laziale......molto brutto anche per il pubblico che non scoprirà mai, assaggiandolo, qualcosa di valido in questo modo......insomma - purtroppo - il mio giudizio è totalmente negativo: bassissima varietà di prodotti, pochi produttori che non sanno cosa producono e organizzatori in cerca solo dell'articoletto sulla stampa......P e s s i m o !
