Rimini, la città marinara e i pesci che muoiono. Lo confesso, sono un pessimo riminese, nemmeno mi accorgo di quel che mi succede in casa... E' stato un amico pescatore, Maurizio Mirri a darmi la notizia che campeggiava da giorni sui giornali locali: sotto all'antico Ponte di Tiberio, in un piccolo invaso di acqua salmastra, a due passi dal borgo San Giuliano, il borgo felliniano, c'è stata una colossale moria di pesci. Anguille, cefali e spigole hanno spanciato all'aria per giorni. Motivo del decesso? Anossia, dicono le analisi, mancanza d'ossigeno. Chi ha rubato l'ossigeno? non si sa, come sempre. Rimini e la pesca, quella con la canna, hanno un rapporto antico. Maurizio Mirri mi scrive: "Quarto è un pensionato. Quarto due settimane fa sulla punta del molo di Rimini verso mezzanotte ha preso una spigola di un chilo e mezzo con il gamberetto. Era venerdì sera. Sabato mattina alle nove era ancora lì seduto perchè diceva che a Ravenna le prendono anche di giorno. Quarto una spigola così non l'aveva mai presa. Domenica scorsa Quarto scuoteva la testa perchè di spigole come quella, ed anche molto più grandi di quella, nello specchio d'acqua dietro il ponte di Tiberio ce n'erano tante a pancia in su, assieme alle anguille, quelle bianche, grosse come un braccio. Dietro a quel ponte c'era un tesoro di pesci quasi dimenticati. So che anche tu come me ami molto di più i fiumi del mare, ma sul molo di Rimini sopravvive l'ultima comunità degli amarcord. Se ti capita passa di là. Sono forse l'ultima cosa vera rimasta a Rimini, o almeno sul mare di Rimini. Il mare visto da quelli che le radici le hanno sulla terra".
Di questa Rimini di cui parla Maurizio, esistono immagini splendide, come quelle dei fotografi Saro e Luca Di Bartolo. Non perdetevi la mostra fotografica "Il Racconto di Rimini" al Teatro degli Atti di via Cairoli, 42, ovviamente a Rimini, fino al 31 agosto.
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