Il fiume Marecchia e gli spreconi d'acqua. Venerdì scorso, prima delle piogge di questi giorni, ho risalito il corso dell'alto Marecchia, tratto toscano, tra Badia Tedalda e Pratieghi. Non c'ero più andato dall'alluvione del 1998. Mi aspettavo una tragedia e l'ho trovata: le uniche tre trote belle (una, di una trentina di centimetri, persa dopo un bel salto, era splendida) che ho allamato le ho agganciate nell'unica buca con un po' di profondità incontrata in 7 (sette) ore di risalita (più 5 di marcia, molto lenta, per il ritorno). Ho i piedi pieni di vesciche, ma non volevo arrendermi all'evidente assenza di acqua e di trote. Anche questa per me è la pesca. Ma la mancanza d'acqua sta mettendo in ginocchio l'Appennino. Sui torrentini vanno gli aironi e la trote non hanno acqua per nascondersi, non farsi vedere, salvarsi. La colpa non è - come dicono i pescatori più sciocchi, quelli che guardano il dito e non la luna - dei poveri aironi. La colpa è dell'assenza dell'acqua. E l'acqua manca non tanto perchè c'è la siccità, ma perchè l'Italia, dopo Usa e Canada, è il terzo paese al mondo di spreconi di acqua.
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